giovedì 28 aprile 2011

17 APRILE 2011: MARATONA DI MADRID



Avevo un conto in sospeso con la maratona di Madrid da circa 2 anni: mi ero già iscritto a quella del 2009, ma una frattura della caviglia aveva fermato la mia preparazione già 60 giorni prima della partenza. Quest’anno è andata invece tutto liscio! Alla partecipazione alla maratona sono riuscito ad aggiungere 4 giorni di ferie, prenotando un appartamento insieme ad altri 6 amici che mi faranno da supporter nella trasferta Madrilena.

Il giorno prima dell’evento seguo le indicazioni trovate sul sito per raggiungere con la metro la “Casa de Campo”, centro congressi dove devo andare a ritirare il pettorale. Il dubbio se voltare a destra o a sinistra in una delle grande arterie di comunicazione della capitale spagnola mi viene fugato dalle indicazioni di un passante, anch’egli maratoneta, che m’indica la giusta strada e ci auguriamo “Buena suerte” per il giorno dopo. Recupero velocemente il pettorale, il cui chip deve essere convalidato seguendo una linea blu simile a quella che nella maratona viene usata per indicare il “percorso ottimale”, che oggi porta semplicemente al ritiro del pacco gara, con tanto di maglietta. Approfitto dei tanti stand espositivi per prendere un paio di barrette energetiche per il giorno successivo.

La mattina della gara prendo la metro in direzione Paseo des Recoletos, dove molti runners sono già intenti a scaldarsi. Lasciare la borsa al guardaroba è una vera impresa, tanta è la calca delle persone!! Provo a scaldarmi anch’io un po’, poi mi avvicino alla zona della partenza. Siamo in più di 10.000 maratoneti e inoltre ci sono 6.000 partecipanti alla 10km che si corre lo stesso giorno. Non ci sono gabbie, e questo mi sorprende un po’, con tutti questi partecipanti. Sgambetto per 5 minuti e faccio un minimo di stretching, poi l’assembramento di corridori vicino all’arco della partenza mi spinge ad inserirmi nel serpentone in attesa dello sparo. I top runners hanno una spazio di una trentina di metri per ultimare il riscaldamento indisturbati. L’emozione della partenza di una maratona è sempre tanta, nonostante sia la mia tredicesima. Appena dopo lo sparo, passando sotto lo striscione dello START, per la tredicesima volta faccio l’unico gesto tra il propiziatorio e lo scaramantico a cui mi affido: il segno della croce. I primi km scorrono bene sotto le gambe, grazie alle ampie strade di Madrid. L’organizzazione è molto buona: ordinati i rifornimenti, con i banchi ad ambo i lati della strada ed un esercito di volontari pronti a pulire e raccogliere subito le bottigliette vuote. Sempre nell’ottica del rispetto dell’ambiente, non c’è lo spugnaggio ma solo getti d’acqua nebulizzata: poco male la temperatura è intorno ai 20 °C, certo non freschissimo ma neanche troppo caldo. Mi accorgo che è difficile tenere un passo costante: Madrid è un susseguirsi di lunghe salite e discese, poco pendenti ma che si fanno comunque sentire. Alterno alcuni chilometri percorsi a 4’40” ad altri terminati in 4’15”. La partecipazione della gente alla maratona è calorosissima, tutti che gridano “ANIMO; ANIMO!!!!” ed è per questo che, memore della precedente esperienza spagnola in una maratona, quella di Valencia, avevo fatto scrivere sulla mia canotta “ANIMO DAN!!!”: un trucco per essere chiamato per nome a migliaia di chilometri da casa! Prima della mezza maratona passiamo per il centro più vivo di Madrid, la Puerta del Sol: qui la partecipazione è massima, la piazza è invasa di gente che urla ed espone striscioni. Il tutto rinfranca l’animo e le gambe, che girano ancora bene, sulla media dei 4’30” al km. Avevo il mezzo obiettivo di migliorare il 3h10’ che avevo fatto a Verona in febbraio, anche se sapevo che sarebbe stato difficile, soprattutto per il percorso fatto di sali e scendi. Passo alla mezza in 1h36’, sapevo già quindi che il 3h10’ si allontanava, anche perché gli ultimi 7 km sono tutti in leggera salita. Ma intorno al 25° insorgono i problemi: le gambe si fanno dure e soprattutto i polpacci iniziano a far male; inoltre la solita nausea, che si presenta al momento del rifornimento, m’impedisce anche di bere l’acqua necessaria. Riconosco la crisi, è più o meno la fotocopia di Padova dell’anno scorso, quindi non forzo assolutamente, ma cerco un ritmo blando che mi consenta di arrivare comunque alla fine. Apprezzo molto i soccorritori coi roller che girano fra i runners dispensando all’occorrenza vaselina per le parti in sfregamento e spruzzando spray anti-contrattura sulle gambe dei corridori in difficoltà senza che questi si debbano fermare. Verso il 35° mi fermo un paio di volte a fare stretching per i polpacci doloranti, e subito arriva un soccorritore in roller che mi chiede se va tutto bene e dove mi fa male: fenomenali! Stringo i denti e mi preparo ad affrontare gli ultimi km e so che saranno durissimi. Appena prima del 40° km iniziamo a costeggiare il grandissimo Parque del Ritiro, che è la sede dell’arrivo. Lo speaker in lontananza e il sapere che ci sono i miei amici ad aspettarmi all’arrivo mi rinfrancano per gli ultimi kilometri. L’arrivo è una vera festa, molti corrono mano nella mano con i propri figli sino al traguardo. Finisco in 3h42’ netti e alzo le braccia contento per aver terminato anche questa maratona! L’area dopo l’arrivo e grandissima, percorro più di un kilometro prima di uscire dall’area recintata, nella quale però c’è di tutto: oltre all’area massaggi, anche coca-cola e birra alla spina gratis! All’uscita dalle transenne trovo i miei amici ad aspettarmi, ai quali avevo dato incarico di farmi trovare una bella birra come premio personale: la prima di una bella serie dei festeggiamenti.

Voto alla maratona di Madrid: 9! Da provare!

Voto alla mia maratona: 6 per l’impegno nel finirla comunque: fa parte del gioco!

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